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Ma questi chi li ha invitati?

    

Who invited these?

Papa Francesco era una brava persona.
Murale di Laika apparso in via Piccolomini, non lontano da San Pietro.
dove il papa si domanda perplesso vedendo nella lista degli invitati nel suo funerale i nomi di Trump, Milei, von der Leyen, Salvini e Piantedosi ma questi chi li ha invitati?

    

Pope Francis was a good man.
Mural by Laika appeared in via Piccolomini, not far from St. Peter's
where the Pope wonders perplexed reading in the list of guests at his funeral the names of Trump, Milei, von der Leyen, Salvini and Piantedosi (these two last rightwings ministers of italian governement) who invited these?




Bergoglio e pregiudizio

di Marco Travaglio su
Il Fatto Quotidiano
giovedi' 24 aprile

    

Bergoglio and prejudice

article by Marco Travaglio on
Il Fatto Quotidiano
Thursday, April 24

Papa Francesco era il capo della Chiesa cattolica, dunque nessun capo di governo era tenuto a obbedirgli. Infatti tutti i leader del mondo dal 2013, quando fu eletto, a oggi si sono ben guardati dal seguire le sue parole. E ora che è morto si esercitano in sciacalleschi e ridicoli tentativi di fingersi suoi seguaci. Anziché affannarsi a farci sapere quanto lo adoravano e quanto lui li amava, farebbero meglio a tacere: tutti.

    

Pope Francis was the head of the Catholic Church, so no head of government was required to obey him. In fact, all the leaders of the world since 2013, when he was elected, to today have been careful not to follow his words. And now that he is dead, they are exercising scaremongering and ridiculous attempts to pretend to be his followers. Instead of rushing to let us know how much they adored him and how much he loved them, they would be better off keeping quiet: all of them.

Venuto quasi dall’altro mondo, Jorge Mario Bergoglio era un Papa dell’altro mondo: lontano dalle vaseline da curia romana e dai pregiudizi del suprematismo euro-occidentale, ha trascorso i 12 anni di pontificato a scacciare i mercanti dal tempio. Non sappiamo se fosse un santo: non ci compete.
Ma sappiamo che non era il santino in cui, a cadavere ancora caldo, i media tentano di trasformarlo: il papa buono, il papa degli ultimi, il papa umano, liberal, riformista, progressista, un nonnetto da fiaba della buona notte per tutti i gusti e le stagioni. Il miglior modo di ricordarlo com’era, e non come lorsignori volevano che fosse e vorrebbero che passasse alla storia, è tramandare le sue parole. Nette, perentorie, inequivocabili. Evangeliche, quindi divisive. Pugni nello stomaco, pietre dello scandalo.

    

Coming almost from the other world, Jorge Mario Bergoglio was a Pope from the other world: far from the Vaseline of the Roman Curia and the prejudices of Euro-Western supremacism, he spent the 12 years of his pontificate chasing the merchants out of the temple. We don’t know if he was a saint: it’s not our job.
But we know that he wasn’t the holy card that the media, while his corpse was still warm , try to turn him into: the good pope, the pope of the last, the human pope, liberal, reformist, progressive, a bedtime story grandpa for all tastes and seasons. The best way to remember him as he was, and not as they wanted him to be and would like him to go down in history, is to pass on his words. Clear, peremptory, unequivocal. Evangelical, therefore divisive. Punches in the stomach, stones of scandal.

Che c’è di più scandaloso del porgi l’altra guancia e dell’amate i vostri nemici? Lui li applicava a tutte le guerre e a tutti i riarmi, senza ipocrisie su sedicenti buoni e presunti cattivi.
[sue frasi]
La guerra in Ucraina non è la favola di Cappuccetto Rosso: Cappuccetto Rosso era buona e il lupo cattivo. Qui non ci sono buoni e cattivi metafisici, in modo astratto. Emerge qualcosa di globale, con elementi molto intrecciati. Un paio di mesi prima dell’inizio della guerra ho incontrato un capo di Stato, un uomo saggio… molto preoccupato per come si muoveva la Nato. Gli ho chiesto perché, mi ha risposto: ‘Stanno abbaiando alle porte della Russia’.

Alcuni Stati si sono impegnati a spendere il 2% del Pil nell’acquisto di armi: sono dei pazzi!.

Serve il coraggio della bandiera bianca: il negoziato non è mai una resa.

Indagare se a Gaza c’è un genocidio.

Disarmare le parole per disarmare le menti e la Terra.

Fino all’ultimo Angelus di Pasqua: Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo! L’esigenza di difesa non può trasformarsi in corsa generale al riarmo.

Parole che gli valsero la taccia di filo-russo, putiniano, antisemita e filo-Hamas da una congrega di farisei e imbecilli che sognano un Papa in mimetica per continuare a fingersi cristiani senza sapere cosa significhi. Lui lo sapeva. Si dice: Morto un papa se ne fa un altro. Ma è una parola. Chi crede può solo pregare e chi non crede sperare che anche nel prossimo conclave si noti una qualche traccia dello Spirito Santo.

     What is more scandalous than turn the other cheek and love your enemies? He applied them to all wars and all rearmaments, without hypocrisy about so-called good and alleged bad.
[his phrases]
The war in Ukraine is not the tale of Little Red Riding Hood: Little Red Riding Hood was good and the wolf was bad. Here there are no metaphysical good and bad guys, in an abstract way. Something global emerges, with very intertwined elements. A couple of months before the war began I met a head of state, a wise man… very concerned about how NATO was moving. I asked him why, he replied: ‘They are barking at Russia’s doors’.

Some states have committed to spending 2% of their GDP on purchasing weapons: they are crazy!.

We need the courage of the white flag: negotiation is never a surrender.

Investigate whether there is a genocide in Gaza.

Disarm words to disarm minds and the Earth.

Until the last Easter Angelus: No peace is possible without true disarmament! The need for defense cannot be transformed into a general race for rearmament.

Words that earned him the label of pro-Russian, pro-Putin, anti-Semitic and pro-Hamas by a congregation of Pharisees and imbeciles who dream of a Pope in camouflage to continue to pretend to be Christians without knowing what it means. He knew it. They say: When a pope dies, another is made. But it's a word. Those who believe can only pray and those who don't believe hope that even in the next conclave some trace of the Holy Spirit will be noted.

Marco Travaglio
Il Fatto Quotidiano, 24 aprile 2025




Cordiandoli di cisgiordania

In questi giorni in cui l'esercito di Netanyahu sta dando una "ripulita" etnica alla cisgiordania, si parla tanto della soluzione "due popoli due stati", oggetto del trattato di Oslo in cui l'autorita' Nazionale Palestinese, un po' come nelle riserve indiane, amministra cio che rimane (il corsivo e' mio) della cisgiordania. Un qualcosa che somiglia ai buchi della groviera. In questi buchi, Israele fa cio' che vuole, fa saltare le case attribuendo la loro proprieta' a dei terroristi, impianta colonie e case per coloni, forte della partecipazione nel governo dei due leader dei partitini neonazisti religiosi (si, lo so, parlare di un partito neonazista ebraico suona strano, ma come altro definirli?) che dopo il 7 ottobre hanno distribuito armi ai coloni per "difendersi" dai palestinesi.

    

Confetti of Cisgiordania

In these days in which Netanyahu's army is making an ethnic "cleansing" to the West Bank, there is much talk of the "two peoples two states" solution, subject of the Oslo Treaty in which the Palestinian National Authority (ANP), a bit like in the Indian reservations, administers what remains (italics is mine) of the West Bank. Something that resembles the holes in Swiss cheese. In these holes, Israel does what it wants, it blows up houses attributing their ownership to terrorists, it sets up colonies and houses for settlers, strong in the participation in the government of the two leaders of the small religious neo-Nazi parties (yes, I know, talking about a Jewish neo-Nazi party sounds strange, but how else to define them?) who after October 7 distributed weapons to the settlers to "defend" themselves from the Palestinians.

In questa immagine i diversi colori rappresentano le aree differentemente amministrate dalla cisgiordania.

Non e' uno scherzo
Se non fosse che in tutta l'area di israele (israele vero e proprio e cisgiordania) c'e' una guerra da circa 80 anni tra le due comunita', in cui c'e' gente senza diritti (i palestinesi) e gente che - come una volta i bianchi del sudafrica - godono di tutti i diritti.
La soluzione forse potrebbe essere che le due comunita' vivessero in pace, insieme nello stesso stato.

Ma c'e' una guerra civile da 80 anni.

    

In this image, the different colours represents the differently administered area of westbank.

It is not a joke
If it weren't for the fact that in the whole area of Israel (the true Israel and the West Bank) there has been a war for about 80 years between the two communities, in which there are people without rights (the Palestinians) and people who - like the whites of South Africa once did - enjoy all the rights.
The solution could perhaps be for the two communities to live in peace, together in the same state.

But there is been a civil war since 80 years.




Bambini senza nome

Un video su cui meditare trasmesso da Rai a mezzanotte del 30 dicembre scorso in occasione della assegnazione del premio Luchetta a dei giornalisti che rischiano la vita tutti i giorni nei teatri bellici.
E' l'occasione per pensare al mezzo miliardo di esseri umani che vive in zone di guerra, molti dei quali bambini, bambini senza nome. Dura circa 1 ora e un quarto.




Beirut, telefonata da Israele:
Un missile sta per distruggere la tua casa.
Pochi minuti per non morire

La voce registrata parla per 7 secondi: lo shock, la corsa per radunare le cose di una vita e fuggire con la famiglia, il tentativo di avvertire i vicini. Dopo mezz'ora il palazzo e' esploso. Dentro non c'erano miliziani di Hezbollah, ci vogliono solo terrorizzare


di Fabio Tonacci da Repubblica del 28/10/2024

BEIRUT - L'avviso di sfratto e' un messaggio registrato in pessimo arabo e letto da una voce che non ha emozioni. Il numero sul telefono inizia con +972, il prefisso di Israele. Lasciate subito questa casa perche' verra' bombardata. La piu' drammatica delle comunicazioni dura sette secondi e non viene ripetuta. O l'hai sentita, o muori. Non c'e' dialogo ne' spiegazione: lo sfratto e' esecutivo, immediato e non impugnabile. Cosa vuoi fare, ricorso contro un missile in arrivo? La voce e' di un uomo, il tono e' monocorde come quello del segnale orario. Chi riceve l'avviso non sa quanti minuti ha a disposizione per infilare una vita intera in una borsa e fuggire, sa solo che il tempo non gli bastera'.

Il cellulare ha suonato alle nove del primo ottobre, racconta Abdel a Repubblica. Ha 34 anni, fa il trasportatore e fino a quella sera viveva a Laylaki, blocco urbano ai margini di Dahieh, l'immenso quartiere sciita martoriato dai raid. Ha una moglie e una figlia di otto anni, Amal. Ero rientrato da poco, mi ero fatto la doccia, per cena mia moglie aveva preparato il tabbouleh. Lo squillo interrompe una serata che pareva come tante. Quando ho visto il prefisso il cuore mi ha preso a battere forte nel petto e nelle tempie. Ho capito subito e l'ho lasciato squillare per un po'.

Prima di rispondere ho osservato mia moglie che stava cucinando e poi l'appartamento dove vivevo da dodici anni, sa, era un bell'appartamento, ci ho speso tutti i soldi che avevo, due camere da letto, la cucina, due bagni, il balcone, le foto del matrimonio sulla mensola, lo zaino di Amal appoggiato all'armadio... Pronto?. Era la chiamata. Proprio quella, che da piu' di un mese preannuncia quale palazzo di Beirut si sta per sbriciolare, quali famiglie stanno per perdere tutto.

Roulette libanese, interi condomini ridotti a un ammasso di calcinacci da un missile israeliano puntato sulle fondamenta. Il motivo ufficiale e' sempre lo stesso: la caccia a Hezbollah, in vari modi declinata. Quando pero' un edificio nasconde davvero basi o miliziani di alto livello del Partito di Dio, l'Idf non avverte nessuno, colpisce e basta. E' piuttosto, questa, la strategia del terrore per far crollare, insieme alle case, i nervi della popolazione. Ogni giorno e' come se una pallina venisse lanciata in una ruota che gira: il primo ottobre si e' fermata a Laylaki su una palazzina di otto piani, ogni piano due famiglie. Abdel abitava al quinto.

Sbrigati, prendi Amal, prendi quel che puoi, le cose importanti, non lo so quali sono ma prendile, hanno chiamato, si' proprio casa nostra, che ne so, la voce ha detto solo che bombardano.... Abdel nella testa risente se stesso urlare di panico alla moglie. Uno diventa matto in una situazione del genere, non sapevamo quanto tempo avevamo, potevano essere cinque minuti, trenta, o uno. Noi, comunque, in dieci minuti eravamo fuori. Una domanda che in Occidente suona esistenziale, ma che in guerra assume un senso assai pratico: hai dieci minuti a disposizione, cosa prendi dalla casa che sta per essere ridotta in polvere?

Mi sono avventato sull'armadio, ho una borsa con le mie carte, il passaporto, la patente, il certificato di proprieta' della casa e un po' di soldi. Ero in pigiama, in camera ho afferrato un paio di pantaloni e una maglia. Mia moglie ha preso l'oro. L'oro di ogni coppia di sposi, povera o ricca: la collana, il bracciale, l'anello. Si perde il concetto dell'essenziale quando sai che un missile ti sta per colpire. A me e' sembrato essenziale prendere le sigarette e aprire il frigo. Mia figlia ha preso il tablet, mia moglie cercava una borsa. Mi dispiaceva lasciare le foto del primo giorno di scuola di Amal e del matrimonio, c'erano delle boccette di profumo a cui tenevo. Pensavo a questo e non ho portato la giacca invernale.

Il palazzo col conto alla rovescia avviato conteneva altre persone, altre famiglie. Perche' Laylaki nel 2006 era stato risparmiato dai bombardamenti, quindi ci sentivamo sicuri. Nessuno di Hezbollah viveva li', i vicini li conosco tutti. Volevo avvertirli perche' non sapevo se anche loro erano stati chiamati dal numero israeliano. Ho fatto l'unica cosa che in quel momento mi veniva bene, mi sono messo a strillare.

Ora bisogna immaginarci questo giovane uomo che scende trafelato le scale due gradini alla volta, reggendo la borsa delle carte con una mano e la figlia con l'altra, la moglie che lo segue trascinando uno zaino, e a ogni piano il gruppo lancia urli a delle porte chiuse. Vedevo le luci accese negli appartamenti. Arrivato all'ingresso ho premuto tutti i pulsanti del citofono per dare l'allarme, pero'.... Pero' questa non e' una storia di eroi, e' il resoconto della fuga disperata di gente normale, e Abdel non gioca a fare chi non e'. Avrei voluto insistere di piu' ai citofoni, aspettare che qualcuno rispondesse, pero' ero terrorizzato, dovevo portare lontano Amal, la mia priorita'. Siamo saliti in macchina e non mi sono piu' voltato indietro.

Trenta minuti dopo che Abdel aveva ascoltato il messaggio registrato, il palazzo e' stato distrutto. Gli otto piani si sono accartocciati uno sull'altro con ordine, come in una demolizione programmata. Ho saputo che non ci sono state vittime, per fortuna. Anche un vicino era stato chiamato dagli israeliani. La mattina dopo sono tornato a Laylaki. Di fronte alle macerie ho perso l'equilibrio, mi sono dovuto sedere a terra. Adesso dove vado a vivere, a quale mondo apparterro' domani?. Ma la roulette libanese non ha risposte per certe domande.




interessante video su Arte

Su Arte fino al 23 ottobre prossimo e' visibile un interessante documentario che racconta la realta' israeliana da dentro, con due ministri che appoggiano il governo Netanyahu che definire neonazisti e poco.



Il filmato e' in francese con sottotitoli in italiano.Dura circa 70 minuti
The original video can be viewed in many languages until october 23 on
Arte streaming channel.






Questo documentario di
Arte Israele, una faida tra tribu'
in tedesco con sottotitoli in italiano,
mette in luce la situazione del paese.
Il video pubblicato a meta' dicembre 2023,
il primo aprile era scomparso da web
.
Netanyahu era in grave difficolta' prima del 7 ottobre,
l'attacco di Hamas e' arrivato al momento giusto.
Da fine agosto Israele e' bloccato da imponenti scioperi
contro Netanyahu e la sua guerra ad oltranza.




I don't think that sending weapons favors peace

Gino Strada said I'm not a pacifist, I'm against war .
The problem is that with the supply of all these weapons to Ukraine, peace does not seem to be approaching.
And the Ukrainians - those who remain - will find their country disintegrated but with a soaring GDP .

    

Non penso che mandare armi favorisca la pace

Gino Strada diceva non sono pacifista, sono contro la guerra.
Il problema e' che con la fornitura di tutte queste armi all'ucraina la pace non sembra avvicinarsi.
E gli ucraini - quelli che rimarranno - ritroveranno il loro paese disintegrato ma col PIL in crescita vertiginosa.



Investimenti per la difesa (2019-2022)
(In euro con metodologia Mil€x)
fonte: Corriere della Sera ed altre informazioni disponibili
La spesa per armamenti rappresentava a fine 2022 l'1,4% del PIL.
Passare al 2% del PIL sta significando sottrarre lentamente
fondi ad altri capitoli di spesa pubblica.

Anche oggi, l'aggressione di Putin all'Ucraina, dimostra che
le armi non si fermano con le armi
ma si rischia una terribile escalation che potrebbe portare alla fine di questo mondo